Nuovo Progetto

Vai ai contenuti

Menu principale:

lo Spirito del judo

Cosa è Il Judo


Il presente testo è stato redatto per alcune conferenze (al Kodokan, in diverse scuole, alle gare nazionali di sport, ecc.) tenute appena prima del Congresso del Cairo , nelle quali il Maestro Kano presentò lo spirito essenziale del judo nel modo più chiaro e preciso. Benché alcune parti possano essere ripetitive, lo riportiamo qui come l’ultimo testo del Maestro, affinché tutti i judoisti lo abbiano sempre a portata di mano.


Lo spirito essenziale del judo
Jigorō Kanō


“Il judo non è un’arte marziale in cui si utilizza un’unica arma, come accade nel kenjutsu, nel sojutsu o nel kyujutsu. È piuttosto l’arte marziale di attacco e di difesa in cui, teoricamente, si può utilizzare qualsiasi arma, anche se di solito non se ne utilizza nessuna. Questa è la caratteristica del judo. E’ consuetudine che il nome di un‘arte marziale derivi dall’arma che essa utilizza, così il kenjutsu deriva da ken (‘spada’) e il sojutsu da yari (‘lancia’) . Queste arti marziali, quindi, insegnano l’uso di una specifica arma. Il judo, invece, non si focalizza sui modi di attacco e di difesa legati ad una sola arma; per questo esso comprende in sé sia il bojutsu che il naginatajutsu. Nel judo si usa talvolta il coltello o la spada, mentre di solito all’interno del dojo non si pratica né con il naginata né con lo yari, anche se il judo permette di utilizzare qualsiasi arma, comprese queste ultime due. È dunque indubbio che esso sia un’arte marziale non limitata ad una sola arma. Tuttavia, qualora ci si domandi in cosa consista esattamente il judo, non se ne trova alcuna definizione precisa, anche se esistono a riguardo varie testimonianze scritte e orali. Sappiamo solamente che il suo nome è derivato probabilmente dall’espressione ju no sei go .
Riflettiamo dunque su cosa significhi controllare la durezza con la cedevolezza. Supponiamo, ad esempio, che mi trovi davanti ad un avversario avente forza 10, mentre io ho forza 7. Se l’avversario mi attacca con la sua forza 10, pur usando tutta la mia forza non posso certo sperare di vincerlo: 10 è più grande di 7. Venendo respinto o venendo proiettato, sarò sicuramente sconfitto. Tuttavia, quando l’avversario mi attacca, posso indietreggiare adattandomi alla sua forza: in questo modo, non trovando nessuna resistenza, il mio avversario barcollerà in avanti e così la sua forza da 10 diminuirà magari a 3, poiché avrà perso la sua buona posizione e l’equilibrio del proprio corpo. Io, invece, essendomi spostato indietro intenzionalmente e non per la spinta dell’avversario, manterrò la mia posizione e la mia forza. In questo modo potrò vincere  usando anche solo la metà della forza che possiedo. In breve, se reagisco perdo perché ho meno forza dell’avversario, ma se mi sposto indietro adattandomi, vinco perché la sua forza diminuisce con la perdita di equilibrio.






Sito realizzato in collaborazione
con Ink-A Service Foligno

Torna ai contenuti | Torna al menu